25 Mar Prezzo dell’alluminio: in aumento per un cyberattacco
Informatica e produzione industriale in un cortocircuito sul prezzo dell’alluminio. Un maxi attacco hacker alla Norsk Hydro blocca l’estrusione dell’alluminio.
Il cyberattacco che fa crescere il prezzo dell’alluminio
L’azienda big mondiale dell’alluminio, la Norsk Hydro, è stata attaccata massicciamente nei propri sistemi informatici.
Un attacco talmente grave che l’azienda ha dovuto sospendere la produzione in alcuni stabilimenti ed in altri ha avviato il funzionamento in modalità manuale.
Questo sta ovviamente rallentando l’intero settore a partire da lunedì 18 marzo, quando verso sera sono stati violati i sistemi di sicurezza, infettando quasi tutta la rete del gruppo.
Per non interrompere totalmente la produzione, l’azienda ha attivato gli aggiornamenti della situazione tramite smartphone e social network. In sostanza ha iniziato a lavorare quasi del tutto in analogico.
Le ripercussioni si sono subito palesate sulle quotazioni dell’alluminio al London Metal Exchange (la borsa londinese dei metalli) e il prezzo a toccato i 1.946 dollari per tonnellata, la quotazione più alta degli ultimi tre mesi.
Hacker bloccano l’estrusione e rallentano la fusione dell’alluminio
Gli effetti di questo attacco, oltre all’aumento del prezzo dell’alluminio, sono molteplici:
- bloccati gli impianti di estrusione dell’alluminio, operazione di trasformazione dell’alluminio grezzo in semilavorati (dalla componentistica per auto a quella per l’edilizia);
- avvio in modalità manuale degli impianti di fusione;
- sito web dell’azienda in tilt, e conseguente utilizzo della pagina Facebook per le comunicazioni ufficiali;
centrali idroelettriche “illese” poiché legate a sistemi informativi esterni non interessati dall’attacco.
L’attacco a Hydro è stata sferrato con il cryptovirus LockerGoga, un software malevolo di tipo ransomware, un virus che bloccano i sistemi infettati per poi consentire agli hacker di chiedere un riscatto per il ripristino.
L’azienda sulla pagina Facebook riprende una dichiarazione del proprio CFO Eivind Kallevik del 22 marzo 2019, ultimo aggiornamento disponibile al momento in cui si scrive:
“Facciamo passi avanti nella risoluzione del problema, ma la situazione resta seria e dipendiamo ancora da misure straordinarie per gestire molte delle nostre operazioni.”