18 Mar Transizione ecologica: il programma del nuovo ministero
Il nuovo Ministero della Transizione ecologica svela i propri piani nel corso dell’audizione del ministro Cingolani presso le Commissioni congiunte dell’ambiente e dell’industria dei due rami del Parlamento.
Transizione ecologica: l’organizzazione del ministero
Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nel corso di un’audizione presso le Commissioni congiunte Industria/Attività produttive e Ambiente della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, illustra le linee programmatiche del nuovo dicastero.
Il decreto legge 22/2021 (in via di conversione alla Camera), ha riorganizzato le competenze del vecchi Ministero dell’Ambiente, armonizzandole con le attribuzioni in precedenza assegnate allo Sviluppo economico in materia di energia.
Cingolani spiega che i nuovi ambiti di intervento del Ministero della Transizione ecologica, in campo energetico riguarderanno:
“la competenza in materia di autorizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili di competenza statale, anche ubicati in mare, di sicurezza nucleare e di disciplina dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché la competenza in materia di agro-energie; la competenza sui piani e sulle misure in materia di combustibili alternativi e delle relative reti e strutture di distribuzione per la ricarica dei veicoli elettrici, sulla qualità dell’aria, sulle politiche di contrasto dei cambiamenti climatici e per la finanza climatica e sostenibile e il risparmio ambientale, anche attraverso tecnologie per la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra; i compiti di pianificazione in materia di emissioni nei diversi settori dell’attività economica, ivi compreso il settore dei trasporti.”
Nascono tre nuovi dipartimenti:
- Dipartimento per il personale, la natura, il territorio e il Mediterraneo (Dipent);
- Dipartimento per la transizione ecologica e gli acquisti verdi (Ditei);
- Dipartimento per l’energia e il clima, nel quale confluiscono la Direzione generale per l’approvvigionamento, l’efficienza e la competitività energetica e la Direzione generale per le infrastrutture e la sicurezza dei sistemi energetici e geominerari del ministero dello Sviluppo economico e la Direzione generale per il clima, l’energia e l’aria del ministero dell’Ambiente.
Transizione ecologica: riavviare il sistema produttivo
Cingolani spiega che:
“La straordinarietà dell’attuale situazione mondiale, nel cui contesto l’Italia si trova a effettuare un enorme sforzo per riavviare il proprio sistema produttivo impone un paradigma di procedure amministrative e di assetti regolatori che traduca le risorse economiche del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) in progetti concreti che siano tempestivamente realizzati dal sistema dell’Amministrazione pubblica.”
Sulle richieste di valutazione ambientale pervenute al ministero e sulle procedure concluse, nel periodo da gennaio 2020 a metà febbraio 2021, Cingolani aggiunge:
“delle 610 istanze pervenute, risultano lavorate 577 (il 95 per cento circa), mentre sono in corso di esame di verifica di procedibilità quelle recentemente pervenute (in numero di 33) e che saranno processate entro i tempi previsti dalla normativa. Per le restanti 30 istanze, ritenute non procedibili, si è in attesa della trasmissione degli atti di perfezionamento da parte dei proponenti. L’azione del dicastero sarà costantemente improntata al confronto con il Parlamento e con le Commissioni di merito, che costituiscono l’interlocutore costituzionalmente qualificato del Governo per la rappresentanza e la composizione delle istanze dei portatori di interesse e della collettività, istanze che, nel complesso periodo di crisi che stiamo vivendo, possono essere diverse e talora confliggenti.”
Qui un altro approfondimento sul tema Ministero della transizione ecologica: una novità nel Governo