09 Set Servizio civile ambientale e per lo sviluppo sostenibile
Il ministro della Transizione ecologica e la ministra per le Politiche giovanili, hanno firmato un protocollo d’intesa per la promozione del “Servizio civile ambientale e per lo sviluppo sostenibile“.
Cos’è il servizio civile ambientale?
Il ministro Cingolani e la ministra Dadone hanno siglato il protocollo per il “Servizio civile ambientale e per lo sviluppo sostenibile”. L’iniziativa prevede, nell’ambito del Servizio civile universale, programmi e progetti finalizzati alla transizione ecologica e alla rivoluzione verde.
Per il progetto sono stati stanziati:
- 10 milioni di euro per il 2021 dal Dipartimento per le politiche giovanili;
- 10 milioni di euro per il 2022 dal Mite (ministero della Transizione ecologica).
Il ministero della Transizione ecologica si impegna a realizzare le attività di formazione destinate agli operatori volontari avvalendosi di:
- strutture ministeriali;
- enti di ricerca vigilati;
- Istituto Superiore di Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA);
- Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA);
- università e centri di ricerca pubblici;
- associazioni di protezione ambientale riconosciute.
Alla conclusione del servizio verrà rilasciata, congiuntamente dal Dipartimento e dal Mite, un’attestazione delle competenze acquisite.
Obiettivi del servizio civile ambientale
Il Programma quadro sperimentale denominato “Servizio civile ambientale e per lo sviluppo sostenibile”, di durata biennale, ha l’obiettivo di:
- aumentare il numero di operatori volontari da impiegare, anche a supporto degli enti territoriali, in programmi d’intervento specifici e progetti dedicati alle tematiche ambientali e alla transizione ecologica;
- potenziare le conoscenze e competenze degli enti di Servizio civile universale, che aderiranno all’iniziativa, attraverso percorsi di “capacity building”;
- potenziare le conoscenze degli operatori volontari sulle tematiche ambientali legate alla sostenibilità e alla transizione ecologica;
- valorizzare sul piano esperienziale le competenze degli operatori volontari sui temi della green economy, anche con riferimento alle nuove professionalità richieste in settori quali la tutela e valorizzazione delle biodiversità, la lotta allo spreco alimentare, la promozione delle energie rinnovabili, lo sviluppo delle nuove tecnologie ambientali, la digitalizzazione, l’economia circolare, la bio-economy, la tutela del patrimonio marino-costiero, la blue economy, la lotta al marine litter, il Green Public Procurement e i Criteri Ambientali Minimi, l’educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile;
- orientare i giovani verso i green jobs, con particolare riferimento all’occupazione femminile;
- promuovere attività educative rivolte alla comunità o a particolari categorie,con l’intento di curare la diffusione della cultura della sostenibilità ambientale e sociale sui temi della green economy;
- impiegare i giovani operatori volontari in azioni e servizi finalizzati all’attuazione delle azioni comprese nell’ambito delle Strategie nazionali, regionali e locali per lo sviluppo sostenibile, in particolare per organizzazioni private e pubbliche amministrazioni.