Riciclo materie prime preziose: smartphone miniere di oro, argento e rame

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Riciclo materie prime preziose: smartphone miniere di oro, argento e rame

Recuperare materie prime preziose (oro, argento e rame) dagli smartphone in disuso. È il progetto PORTENT di Regione Lazio de ENEA.

Riciclo materie prime preziose: smartphone ed Economia circolare

PORTENT è il progetto co-finanziato dalla Regione Lazio con circa 140 mila euro attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e coordinato dal Laboratorio ENEA “Tecnologie per il Riuso, il Riciclo, il Recupero e la valorizzazione di Rifiuti e Materiali”.

Danilo Fontana, ricercatore ENEA e responsabile del progetto PORTENT, spiega:

“È in crescita la quantità di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, soprattutto a causa dei tempi di obsolescenza tecnica sempre più ridotti. Questo fenomeno potrebbe generare seri problemi di gestione legati alla presenza di metalli e sostanze nocive che rappresentano un rischio reale per la salute dell’uomo e dell’ambiente.”

Sebbene si tratti di un progetto sperimentale a livello regionale, in Italia i rifiuti elettrici ed elettronici, RAEE, hanno superato nel 2020 le 78 mila tonnellate, registrando una crescita del 7,68% rispetto all’anno precedente. In questa categoria di rifiuti, gli smartphone rappresentano una vera miniera di materie prime preziose, quali oro, argento e rame.

Recupero materie prime preziose dagli smartphone

Quanti materiali si possono recuperare dagli smartphone?

Una tonnellata di schede elettroniche contiene in media:

  • 276 g di oro;
  • 345 g di argento;
  • 132 kg di rame.

Inoltre negli smartphone sono presenti magneti e antenne, da cui è possibile recuperare fino a 2,7 chili di terre rare, come neodimio, praseodimio e disprosio, per ogni tonnellata di telefoni.

Fontana aggiunge:

“Grazie alle tecnologie attuali è possibile riciclare oltre il 96% di questi dispositivi elettronici, recuperando quantità significative di metalli preziosi con gradi di purezza elevati. Questo permetterebbe di evitare il depauperamento delle risorse naturali e l’approvvigionamento di alcune di queste materie prime critiche presenti prevalentemente in Paesi politicamente instabili.”

Le caratteristiche del progetto PORTENT puntano a sviluppare un processo di recupero sostenibile a livello ambientale ed economico, attraverso le tecnologie idrometallurgiche, che consentono di ottenere:

  • bassi consumi energetici;
  • emissioni ridotte;
  • modularità degli impianti;
  • flessibilità di impiego.

Sempre dalle dichiarazioni di Fontana, scopriamo che l’obiettivo del progetto:

“è quello di contribuire alla crescita dell’economia locale e nazionale e alla riduzione dell’impatto ambientale di questa tipologia di rifiuti che, grazie al recupero dei materiali in essi contenuti, diventeranno fonte di materie prime seconde per nuovi prodotti tecnologici.”

Qui un nostro approfondimento sul tema Urban mining: cos’è e come funziona

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