10 Nov Rapporto Utilitalia: troppi rifiuti finiscono in discarica
Luci e ombre nella gestione dei rifiuti italiani. Il Rapporto Utilitalia ci dice che pur in presenza di ottimi risultati sul riciclo degli imballaggi, siamo lontani dagli obiettivi UE per organico e scarti.
Rapporto Utilitalia: Italia in ritardo su scarti e rifiuti indifferenziati
Sebbene l’Italia sia in cima alle classifiche europee per Economia circolare e per riciclo di vetro, carta e plastica, esiste un notevole ritardo sul fronte dei rifiuti organici e degli scarti indifferenziati.
Questo rendono necessari almeno 30 impianti all’avanguardia per smaltire tutti i rifiuti che non possono essere recuperati, riciclati o riutilizzati.
A rilevarlo il Rapporto Utilitalia, federazione delle imprese che gestiscono i servizi pubblici dei settori idrico, energetico e ambientale, presentato alla Fiera Ecomondo di Rimini.
Ancora troppi i rifiuti che finiscono in discarica, uniti alla mancanza di impianti di smaltimento e termovalorizzatori. Questo non comporta soltanto una grande distanza dagli obiettivi europei, ma anche significative conseguenze economiche per il nostro Paese: utilizzando le discariche oltre quanto consentito dall’Unione europea, paghiamo 67 milioni di euro di multe l’anno. Inoltre si calcolano extracosti per 75 milioni di euro, che vanno ad impattare sulla TARI, tassa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti a carico dei cittadini.
La scarsità di centri per lo smaltimento riguarda principalmente il Centro e Sud Italia, per cui parte dei rifiuti deve raggiungere i termovalorizzatori del Nord della penisola: sono oltre 120 mila viaggi all’anno, per quasi 6 milioni di tonnellate, che comportano dunque un costo per la collettività.
Gestione rifiuti: che cosa serve all’Italia?
Per raggiungere gli obiettivi europei, e cioè il conferimenti in discarica di un massimo del 10% dei rifiuti urbani, l’Italia come detto avrebbe bisogno di circa 30 impianti.
Ma non si ravvisano cambiamenti rispetto alla precedente edizione del Rapporto, che recita:
“Senza una decisa inversione di tendenza sarà impossibile raggiungere i target UE che prevedono sul totale dei rifiuti raccolti, entro 15 anni, il raggiungimento del 65% di riciclaggio effettivo e un utilizzo della discarica per una quota inferiore al 10%.”
L’Italia è un paese diviso a metà, con un Nord autosufficiente con gli impianti a disposizione, mentre il deficit del Centro ammonta a 2,4 tonnellate annue e quello di Sud e Isole supera oltre i 3 milioni.
Filippo Brandolini, vicepresidente di Utilitalia, afferma:
“Senza impianti di digestione anaerobica e termovalorizzatori non è possibile chiudere il ciclo dei rifiuti in un’ottica di economia circolare. I dati dimostrano che la raccolta differenziata per il riciclo e gli impianti non sono due elementi contrapposti, anzi: i territori che registrano le percentuali più alte di raccolta differenziata, non a caso, sono proprio quelli in cui è presente il maggior numero di impianti. Quest’anno evidenziamo finalmente un’inversione di tendenza sul fronte della digestione anaerobica: alcuni nuovi impianti stanno per entrare in esercizio e per altri, grazie anche al PNRR, ci sono buone prospettive di realizzazione. L’auspicio è che nella prossima edizione dello studio potremo rendicontare una situazione diversa, in cui quel gap che in questi anni è sostanzialmente rimasto immutato cominci a ridursi .”