01 Giu Materie prime critiche: economia circolare come soluzione
Interessanti conclusioni del position paper “Materie prime critiche e produzioni industriali italiane. Le opportunità derivanti dall’economia circolare” di The European House Ambrosetti.
Materie prime critiche e produzioni industriali italiane
The European House Ambrosetti, in collaborazione con Iren, nel position paper “Materie prime critiche e produzioni industriali italiane. Le opportunità derivanti dall’economia circolare”, giunge ad una conclusione molto interessante per il futuro dell’industria: nel 2040 potrebbe riuscire a soddisfare quasi un terzo del fabbisogno annuo italiano.
Nel 2020 il fabbisogno di materie prime strategiche del Belpaese ammontava a 2.782 tonnellate, un dato destinato a crescere fino a 11 volte nel 2040 in uno scenario di sviluppo tecnologico in linea con i target energetici europei.
Ne abbiamo parlato su queste pagine toccando il tema delle terre rare: le materie prime critiche sono basilari per le tecnologie dei settori energetici e del digitale. La domanda cresce esponenzialmente e si rendono necessarie soluzioni strutturali per assicurare gli approvvigionamenti. Ed è qui che entra in gioco l’economia circolare, attraverso il recupero e il riciclo di materie prime, semilavorati e prodotti finiti.
I dati del position paper Ambrosetti
Luca Dal Fabbro, presidente di Iren:
“I risultati della ricerca dimostrano come l’incremento della dotazione impiantistica in termini di recupero e riciclo delle materie prime critiche sia l’azione più urgente da intraprendere a beneficio della sicurezza del sistema economico italiano.”
Il documento descrive l’economia circolare come una leva ad alto potenziale, in particolare considerando i volumi crescenti di tecnologie low-carbon che raggiungeranno il fine vita: lo stock di prodotti riciclabili da qui al 2040 è previsto crescere di 13 volte.
Allo stesso traguardo temporale, il riciclo potrà soddisfare dal 20% al 32% del fabbisogno italiano annuo di materie prime strategiche, mentre il target europeo del 15% potrebbe essere raggiunto già nel 2030.
Tuttavia per raggiungere questi obiettivi occorre lavorare, come detto, sugli impianti. Secondo lo studio, infatti, in Italia saranno necessari 7 impianti per valorizzare i prodotti che contengono materie prime critiche, per un investimento complessivo di 336 milioni di euro.
Qui il link per scaricare il position paper.