Green jobs: servono 100 milioni di professionisti nel mondo

green jobs

Green jobs: servono 100 milioni di professionisti nel mondo

Per favorire la transizione green e il pieno sviluppo dell’economia circolare occorre formare 100 milioni di lavoratori nei cosiddetti green jobs.

Green jobs: cosa dicono i dati?

Una recente indagine sul mercato del lavoro e gli impatti derivanti dalla transizione green, presentata in occasione di “The Green Job. Dal tech ai Raee: le nuove competenze del mercato del lavoro”, l’evento di chiusura del progetto “Training for Circularity. Borse di Studio (Weee Edition)“, promosso da Erion Weee, EconomiaCircolare.com, Enea, Cdca e patrocinato dalla Città Metropolitana di Roma.

La ricerca rileva la necessità di formare e/o riqualificare 100 milioni di lavoratori in tutto il mondo, al fine di gestire correttamente la transizione e l’evoluzione dell’economia circolare. Di contro emerge che, sempre a livello mondiale, la perdita stimata di posti di lavoro ammonta a 78 milioni.

Questo perché l’occupazione nei settori ad alta intensità di risorse naturali e basati sui combustibili fossili andrà a decrescere notevolmente.

Per fare degli esempi:

  • negli Stati Uniti il settore dell’energia potrebbe subire la perdita di 1,7 milioni di posti di lavoro;
  • in Europa, invece, potrebbero andare persi da 54 mila a 112 mila posti di lavoro diretti a causa della graduale eliminazione dei sistemi di produzione di energia da carbone.

Riqualificazione per ridurre l’impatto della transizione green

La riqualificazione e la formazione diventano dunque fondamentali per ridurre l’impatto della perdita di posti di lavoro e per generarne di nuovi.

Giorgio Arienti, direttore generale di Erion Weee, afferma:

“l’importanza di puntare su nuove competenze e professionalità, così da facilitare il passaggio da un’economia lineare a una circolare. Si tratta di una sfida culturale che potrà essere affrontata solo attraverso un impegno concreto sul fronte dell’informazione e della formazione. Per questo motivo, investire sui giovani risulta la strategia più efficace per promuovere un cambiamento concreto.”

Claudia Brunori direttrice del Dipartimento sostenibilità, circolarità e adattamento al cambiamento climatico dei sistemi produttivi e territoriali Enea, afferma:

“La chiusura dei cicli nelle filiere produttive passa anche dalla formazione di nuove figure professionali. In particolare, in un settore strategico come quello dei Raee e del recupero delle Materie prime critiche, che richiede conoscenze tecnologiche specifiche e metodologie innovative.”

Sul tema anche il nostro articolo Formazione in economia circolare: 20 milioni da Fondimpresa