14 Nov Rottame ferroso: il futuro della siderurgia
Può il rottame ferroso diventare elemento centrale della siderurgia tanto da determinarne il futuro? Se n’è parlato ad Ecomondo 2024.
Domanda e offerta di acciaio: il ruolo del rottame ferroso
Nell’ambito di Ecomondo 2024 si è tenuto il convegno “La centralità del rottame nel futuro della siderurgia. Analisi e prospettive del mercato nazionale ed europeo del rottame ferroso”, organizzato da Siderweb in collaborazione con RICREA.
Le prospettive future sono quelle di una crescita della domanda di acciaio, che porterà con se anche l’aumento di quella di rottami ferrosi. Una domanda di circolarità, spinta anche dalla decarbonizzazione in corso in Europa ma anche altrove come nel grande mercato cinese, che sta spingendo sul passaggio dal ciclo integrale all’elettrosiderurgia.
Posco prevede che nel 2030 la richiesta mondiale salirà a 800 milioni di tonnellate, MR a 1 miliardi di tonnellate, dai circa 650 milioni attuali.
L’Europa, secondo le previsioni del Boston Consulting Group, passerà dal surplus di rottame ferroso di circa 15 milioni di tonnellate attuale a 10 milioni nel 2030.
Necessaria dunque anche la crescita dell’offerta ma con incognite legate alla qualità tra “rottame nuovo“, in calo, e “rottame vecchio“, in crescita.
Il timore è che si inneschino tensioni tra domanda e offerta per i materiali a più elevata qualità prodotti con impianti elettrosiderurgici.
Rottame ferroso al centro del futuro siderurgico
Con la transizione verso la decarbonizzazione della produzione e l’abbandono graduale del ciclo integrale a favore dell’utilizzo dei forni elettrici, il rottame ferroso diventerà una risorsa sempre più centrale e strategica per l’intero settore siderurgico. Questo cambiamento richiederà nuovi equilibri tra domanda e offerta, regolamentazioni aggiornate e nuove catene logistiche.
Come detto, il tema centrale è quello della qualità del rottame che alimenterà la futura siderurgia elettrica europea. Con l’incremento previsto nella quota di rottame “vecchio”, il ridursi della disponibilità di rottami “nuovi” (derivanti da taglio, cesoiatura e residui di acciaieria) comporterà un aumento dell’uso di materiale che necessita di processi di purificazione.
Emerge dunque la necessità di adottare soluzioni innovative per la selezione e il miglioramento della qualità del rottame, portando come esempi di buone pratiche i casi di Stati Uniti e Turchia.
Il tema del rottame riguarda anche il settore delle fonderie, soprattutto in un contesto di riduzione delle importazioni di ghisa dalla Russia verso l’Europa., uno scenario che rappresenta un potenziale rischio.
Nelle sue conclusioni, Domenico Rinaldini, presidente del Consorzio Ricrea, ha evidenziato i risultati ottenuti nel riciclo degli imballaggi in acciaio, con un tasso dell’87,8% nell’ultimo anno, ben oltre l’obiettivo di legge per il 2030, fissato a 80%. Ha inoltre sottolineato come il successo sia dovuto anche alle attività di sensibilizzazione e comunicazione che il Consorzio ha portato avanti negli ultimi anni.