Raccolta RAEE: obiettivi ancora lontani

riciclo RAEE in Europa

Raccolta RAEE: obiettivi ancora lontani

Il tema della gestione della raccolta RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) in Italia si inserisce nel più ampio contesto della transizione verso un’economia circolare e del raggiungimento dei target imposti dall’Unione Europea. Sebbene si siano registrati miglioramenti nel 2024, il Paese è ancora lontano dagli obiettivi prefissati, con una raccolta pro capite che si attesta a soli 6 kg contro i 12 kg richiesti. Il consorzio Erion WEEE, che gestisce il 65% dei RAEE domestici italiani, evidenzia i progressi compiuti e le criticità ancora presenti, proponendo soluzioni concrete per incrementare la raccolta e il riciclo.

Il panorama della raccolta RAEE in Italia

Nel 2024, in Italia sono state raccolte 237.000 tonnellate di RAEE, con un incremento del 2% rispetto all’anno precedente. Questo lieve miglioramento si deve soprattutto agli sforzi di sensibilizzazione presso i cittadini, che hanno permesso di aumentare la consapevolezza sull’importanza della raccolta differenziata. Tuttavia, il risultato è ancora insufficiente rispetto agli standard europei, lasciando il Paese a metà strada verso gli obiettivi fissati.

I RAEE sono suddivisi in cinque categorie principali:

  • apparecchi per lo scambio di temperatura;
  • grandi elettrodomestici;
  • TV e monitor;
  • piccoli dispositivi elettronici;
  • sorgenti luminose.

La crescita più significativa è stata registrata nel raggruppamento R4 (piccoli dispositivi elettronici), con oltre 18.000 tonnellate raccolte (+5% rispetto al 2023), seguita dai grandi elettrodomestici (R2), che hanno superato le 113.000 tonnellate (+4%). Anche i rifiuti della categoria R1 (freddo e clima) hanno mostrato un incremento, raggiungendo le 76.000 tonnellate (+2%). Al contrario, TV e monitor (R3) hanno subito un calo dell’8% rispetto all’anno precedente, dovuto alla flessione del mercato dopo il bonus rottamazione del 2021. Anche le sorgenti luminose (R5) hanno registrato un decremento del 6%, con una raccolta di appena 240 tonnellate.

Un aspetto cruciale è rappresentato dall’alta percentuale di riciclo delle materie prime seconde, che nel 2024 ha raggiunto l’88% del peso totale dei RAEE raccolti. Questo ha consentito di recuperare più di 130.000 tonnellate di ferro, 5.200 tonnellate di alluminio, 5.800 tonnellate di rame e 29.600 tonnellate di plastica, sottolineando il ruolo strategico del corretto smaltimento dei RAEE nella riduzione dell’impatto ambientale e nella valorizzazione delle risorse.

Le prospettive per il futuro: opportunità e sfide

Nonostante i progressi, l’Italia fatica a compiere il salto necessario verso una gestione sostenibile ed efficiente dei RAEE. Come sottolineato dal direttore generale di Erion WEEE, Giorgio Arienti, il 2024 è stato un anno di transizione che ha visto alcune iniziative positive, ma che non ha prodotto un cambiamento strutturale. Il problema principale resta la carenza di raccolta, che rappresenta il primo anello della filiera del riciclo. “Non c’è riciclo senza raccolta“, ha dichiarato Arienti, evidenziando il ruolo cruciale degli enti locali e dei negozianti in questa fase.

Le recenti modifiche legislative, come gli emendamenti al Decreto Legge Salva Infrazioni, mirano a semplificare le procedure burocratiche per la raccolta dei RAEE da parte dei negozianti e a promuovere campagne di sensibilizzazione annuali da parte dei consorzi. Inoltre, l’introduzione del bonus elettrodomestici per l’acquisto di prodotti energeticamente efficienti di classe B o superiore promette di incentivare un corretto smaltimento da parte dei consumatori. Queste misure potrebbero rappresentare un punto di svolta per incrementare i volumi di raccolta e avvicinarsi ai target europei.

Infine, i benefici ambientali ed energetici derivanti dalla corretta gestione dei RAEE sono significativi: nel 2024 si è evitata l’emissione di 1,8 milioni di tonnellate di CO2, equivalenti alla quantità assorbita in un anno da un bosco grande quanto la città di Genova. Inoltre, il risparmio energetico ottenuto è stato di oltre 337 milioni di kWh, pari ai consumi annuali di una città come Pescara. Tuttavia, per sfruttare appieno questo potenziale, è fondamentale continuare a investire in infrastrutture, sensibilizzazione e politiche innovative, creando le condizioni per una vera transizione verso l’economia circolare.