29 Ott Asfalto sostenibile: grafene per un minor impatto ambientale
Asfalto sostenibile grazie al grafene che rende possibile riciclare 18 tonnellate di plastica per ogni chilometro di strada. Vediamo come.
L’asfalto sostenibile di Iterchimica
Iterchimica è un’azienda del bergamasco che si occupa di additivi high-tech per asfalti.
Un asfalto sostenibile che entra a tutti gli effetti nel perimetro dell’economia circolare, grazie ad un additivo con un componente che consente di riciclare la plastica utilizzandola per il manto stradale: il grafene.
Federica Giannattasio, amministratore delegato di Iterchimica e inserita da Forbes nelle 100 donne italiane che incarnano l’idea del successo femminile, racconta sulle pagine de La Repubblica:
“Cominciamo a dire che il grafene non si trova nelle miniere, ma si crea in laboratorio dalla grafite. È un cristallo bidimensionale costruito con atomi di carbonio, e che ha eccezionali prestazioni fisiche e chimiche. È estremamente leggero; è forte, con un carico di rottura 200 volte maggiore dell’acciaio; ha eccellente conducibilità chimica; garantisce impermeabilità al materiale che lo ospita.”
Come si giunge da plastica e grafene all’asfalto sostenibile?
Il bitume che contiene grafene consente innanzitutto di realizzare strade e piste aeroportuali che durano di più, il che va a ridurre i costi di manutenzione negli anni:
- una strada con asfalto normale dura circa 5 anni, quella con il grafene arriva a 10 anni;
- la resistenza alla fatica supera di quasi il 700% quella del bitume tradizionale.
Ma soprattutto, il grafene nel bitume consente di riciclare la plastica.
Giannattasio spiega:
“In Italia ci sono 6750 chilometri di autostrade, e 837mila chilometri di strade statali, provinciali e comunali. Con l’asfalto al grafene si recupera plastica che diventa materia prima. Per ogni chilometro possiamo avere 18 tonnellate di plastica riciclata. Che in totale fanno, virtualmente, oltre 15 milioni di tonnellate di materia prima risparmiata. E per ogni chilometro, ancora, si evitano 1.400 chili di C02 equivalente.”
Made in Italy dunque ad elevato contenuto tecnologico e che risponde appieno agli obiettivi del Green Deal europeo.
Non potevamo non raccontare questa storia!