14 Mar Economia circolare in Europa: a che punto siamo?
Torniamo su un tema a noi caro e indaghiamo sullo stato dell’Economia circolare in Europa, grazie ad un’inchiesta de lavoce.info.
Economia circolare in Europa: una risorsa fondamentale
Diversi studi sulla disponibilità a breve e medio periodo delle risorse non rinnovabili, concordano nel sostenere che non esistano rischi di esaurimento. Tuttavia il costo di estrazione di materie prime come metalli e combustibili fossili, dovendo attingere a nuove tecnologie, cresce al crescere della domanda. Siamo dunque in una situazione fortemente sbilanciata che porta all’aumento dei prezzi.
Il concetto di Economia circolare, nasce proprio dall’esigenza di rottura del sistema lineare produzione-consumo-smaltimento, che ha caratterizzato l’intero secolo scorso, poiché non più sostenibile sia dal punto di vista economico che ambientale.
L’Economia circolare ha poi degli effetti benefici facilmente prevedibili:
- benefici ambientali;
- creazione di nuovi posti di lavoro nell’ambito del recupero e riciclo;
- “cambiamento nella composizione del commercio con una riduzione dell’export di materie prime e un maggiore sviluppo dei servizi”.
Economia circolare in Europa: lo stato attuale
Abbiamo molti casi in Europa in cui l’Economia circolare viene già praticata con successo:
“Da Renault che nell’impianto di Choisy-le-Roi recupera la quasi totalità delle componenti dei suoi veicoli e le riprocessa riducendo dell’80 per cento il consumo di energia, acqua e prodotti chimici. All’italiana Novamont, leader nella produzione di bioplastica dagli scarti agricoli. Da Philips, che ha trasformato il business della vendita delle lampadine nella vendita di un servizio, l’illuminazione, mantenendo la proprietà del prodotto e ritirandolo a fine vita per rigenerarlo. Alla svedese Northvolt, che mira a produrre batterie al litio interamente riciclabili.”
Ad oggi il 12% delle materie di consumo che circolano in Europa, proviene dall’Economia circolare. Ovviamente con ampi margini di crescita.
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