20 Mag Esempi di economia circolare: biodiesel dall’olio da cucina
Parliamo spesso di economia circolare perché è il nostro “cuore” dell’azienda. Stavolta apriamo agli esempi di economia circolare, partendo dall’olio da cucina che diventa biodiesel.
Perché non bisogna gettare via l’olio da cucina usato?
Disfarsi dell’olio da cucina usato attraverso gli scarichi domestici, dunque versandolo nel water o nel lavandino, significa inquinare le acque.
Depurare le acque in cui viene sversato questo olio in maniera non corretta, comporta un dispendio di energia pari a 3 Kwh per ogni chilo di prodotto immesso. Dunque si inquina una prima volta versando l’olio e una seconda volta sprecando dell’energia preziosa per recuperare il danno provocato.
Ogni persona produce 5 chili di olio da scarto domestico all’anno, ma ne conferisce in maniera corretta soltanto 0,2 chili. Questo significa che ci sono ampi margini di miglioramento e delle buone pratiche che vanno interiorizzate da ciascuno, attraverso la condivisione delle informazioni e l’educazione all’economia circolare nella vita di ogni giorno.
Questo perché conferire correttamente gli olii esausti consente di recuperarli del tutto, senza inquinare e sprecare energia inutile, e trasformarli in lubrificanti e biodiesel.
Progetti sul biodiesel ed economia circolare
In Italia, a Porto Marghera, abbiamo la bioraffineria Eni, prima al mondo a nascere dalla conversione di una raffineria petrolifera. E l’esempio di economia circolare che funziona e fornisce energia è l’accordo tra Eni, appunto, ed Hera, Gruppo che si occupa di raccolta rifiuti.
Hera raccoglie gli scarti degli olii domestici e li conferisce nella bioraffineria Eni, che li trasforma in biodiesel, che a sua volta va ad alimentare i mezzi Hera destinati alla raccolta e allo smistamento dei rifiuti. In questo caso è davvero ben visibile il cerchio che si chiude!
Stefano Venier, Amministratore Delegato del Gruppo Hera, afferma:
“Un modello di economia è realmente circolare se affronta l’intero ciclo di vita delle risorse, con reali partnership tra le imprese responsabili e i cittadini, andando oltre la sola gestione della fase terminale, cioè della raccolta degli scarti, magari consegnati a terzi. In questo senso, Hera è impegnata non soltanto a prolungare il ciclo di vita dei materiali, attraverso iniziative di riciclo e riuso, ma anche a sviluppare soluzioni e impianti volti a trasformare la materia in nuovi prodotti o ricavandone energia, soprattutto nella filiera biologica.”
Giuseppe Ricci, Eni Chief Refining & Marketing Officer, aggiunge:
“Con la conversione della raffineria di Venezia, prima al mondo a essere trasformata in bioraffineria, alla quale si aggiungerà tra qualche mese anche la raffineria di Gela, anch’essa rimodulata al ciclo bio Eni ha dato inizio a quel percorso di transizione energetica che vede i biocarburanti giocare un ruolo sempre più importante nel processo di decarbonizzazione del nostro pianeta. Con l’accordo siglato con Hera aggiungiamo un importante tassello al nostro concreto impegno per l’economia circolare e si consolida l’impiego di un rifiuto, l’olio di frittura, come materia prima importante per la produzione dell’innovativo carburante Eni Diesel+, in sostituzione di materia prima edibile. Grazie alle iniziative e agli accordi che Eni ha sviluppato in seguito all’accordo con il CONOE (Consorzio nazionale raccolta e trattamento oli e grassi vegetali ed animali esausti) e con i suoi singoli associati, oggi oltre il 50% dell’olio usato di frittura raccolto in Italia viene trasformato in biocarburante nella bioraffineria di Venezia, con evidenti vantaggi per l’ambiente e per i numerosi operatori economici del settore.”
Approfondisci il tema dell’economia circolare con i nostri articoli:
Economia circolare in Europa: a che punto siamo?
Economia circolare: perché all’Italia conviene
Economia circolare: il ruolo dei frantumatori
Friday for Future: un 15 marzo da ricordare!