Imprese circolari: si riduce il rischio di credito

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Imprese circolari: si riduce il rischio di credito

Il rischio di credito cala del 28% per le imprese circolari, per quelle attività economiche cioè che adottano processi di economia circolare.

Imprese circolari e rischio di credito

L’economia circolare fa bene anche dal punto di vista finanziario.

Cerved Rating Agency, agenzia di rating italiana specializzata nella valutazione del merito di credito di imprese non finanziarie italiane e delle emissioni di titoli di debito, ha analizzato oltre 2.000 società non finanziarie con rating di credito in essere, ed è emerso che l’adozione di modelli di business circolari riduce del 28% il rischio di credito per le aziende e fa risparmiare agli istituti di credito 4 euro su ogni 100 di finanziamenti erogati.

Fabrizio Negri, amministratore delegato di Cerved Rating Agency, commenta:

“L’Italia, come mostrano i dati Eurostat, è da anni in prima fila nelle attività legate al riciclo e al recupero di materiali e sempre più imprese fanno della circular economy un elemento fondamentale nel proprio business model.
Diventa quindi cruciale capire se l’utilizzo di queste pratiche abbia anche conseguenze positive di natura economico-finanziaria. La nostra ricerca ha valutato l’impatto dei principali driver di circular economy in termini di benefici finanziari e, di conseguenza, di rischio di default: stando a dati recenti, del mese scorso, le imprese con modelli di circolarità si trovano prevalentemente nelle classi di rating meno rischiose (al contrario di quelle che non li adottano) e mostrano una probabilità di default media più bassa di ben il 28%, da 4,37% a 3,12%, con uno scarto maggiore nelle PMI (-68%).”

Imprese circolari meno indebitate

Dall’analisi di Cerved Rating Agency, emerge che le imprese circolari hanno una maggiore capacità di coprire la spesa per interessi passivi tramite il risultato operativo e generano più liquidità da destinare all’investimento.

Risultano essere inoltre meno indebitate del 6% rispetto a quelle non circolari e generano flussi di cassa più alti in rapporto all’indebitamento lordo.

Dati confermati anche considerando un orizzonte temporale pluriennale. Le imprese che riutilizzano materiali e usano energia da fonti rinnovabili durante il ciclo produttivo, ad esempio, sono risultate maggiormente in grado di resistere e rispondere a fasi economiche di forte rialzo dei prezzi delle commodity, ad esempio riuscendo a contenere il rialzo dei costi operativi durante il triennio 2020-2022, con conseguenze positive in termini di marginalità operativa.