Legge sul ripristino della natura: OK finale dell’UE

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Legge sul ripristino della natura: OK finale dell’UE

Approvata in via definitiva la nuova legge sul ripristino dell natura dell’Unione europea. Il via libera è giunto dopo mesi di stallo, al termine della riunione dei ministri dell’Ambiente degli Stati membri.

Cos’è la legge sul ripristino della natura?

La legge sul ripristino della natura appena approvata in via definitiva dall’UE, rappresenta uno dei pilastri chiave della strategia dell’Unione per la biodiversità anche nell’ottica degli impegni internazionali assunti con l’accordo di Kunming-Montreal sul tema.

Si tratta di una norma comunitaria storica, dal momento che per la prima volta non si disciplina solo la protezione delle aree naturali ma l’obiettivo è di ripristinare quelle già degradate attraverso una tabella di marcia in tre tappe:

  • 30% di ogni ecosistema dovrà essere oggetto di misure di ripristino entro il 2030;
  • 60% entro il 2040;
  • 90% entro il 2050.

Per raggiungere tali obiettivi, i governi degli Stati membri dovranno mettere a punto dei piani nazionali di ripristino e riferire periodicamente alla Commissione europea sulle proprie attività in tal senso.

Cosa prevede la legge europea sul ripristino della natura?

Come abbiamo visto in un nostro precedente articolo sul tema, l’obiettivo della norma è triplice:

  • garantire il ripristino degli ecosistemi degradati in tutti i Paesi dell’UE;
  • contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei in materia di clima e biodiversità;
  • migliorare la sicurezza alimentare.

Una volta ristabiliti gli ecosistemi interessati, i Paesi UE dovranno garantire che questi non tornino a deteriorarsi in modo significativo.

Trattandosi di un regolamento, è importante sapere che le nuove norme entreranno in vigore fin da subito, dunque pulizia, bonifica, rimboschimento se e dove necessario, messa in sicurezza, sono tutte attività che ogni Stato membro dovrà portare avanti senza indugio. La priorità è data alle aree terrestri e marittime: il 20% di queste, come detto, dovrà essere strappata al degrado entro la fine del decennio.

Il regolamento stabilisce requisiti specifici per i diversi tipi di ecosistemi, compresi i terreni agricoli, le foreste e gli ecosistemi urbani. Gli Stati membri dovranno varare misure volte a migliorare due di questi tre indicatori:

  • la popolazione delle farfalle di prato;
  • lo stock di carbonio organico nei terreni minerali delle terre minerali delle terre coltivate;
  • la quota di terreni agricoli con caratteristiche paesaggistiche ad alta diversità.

A questo si aggiunge l’aumento della popolazione degli uccelli delle foreste e il contrasto alla cementificazione, altre due misure chiave del regolamento. Non dovrà esserci alcuna perdita netta sugli spazi verdi urbani fino alla fine del 2030.

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