L’Italia che ricicla 2024: il Belpaese tra eccellenza e criticità

L'Italia che ricicla 2024

L’Italia che ricicla 2024: il Belpaese tra eccellenza e criticità

Il 26 novembre 2024 è stato presentato a Roma il report “L’Italia che Ricicla 2024“, promosso dalla Sezione Unicircular di Assoambiente, associazione delle imprese di igiene urbana, riciclo, recupero, economia circolare e smaltimento di rifiuti, nonché bonifiche.

L’Italia che ricicla 2024: una spinta all’economia circolare

Dalle prime evidenze del report “L’Italia che ricicla”, nell’edizione 2024, emerge che il settore italiano del riciclo si distingue come un punto di forza nazionale e una risorsa essenziale per promuovere l’economia circolare e ridurre le emissioni di carbonio, sia a livello nazionale che europeo. Rappresenta inoltre un mezzo cruciale per diminuire la tradizionale dipendenza energetica del nostro Paese.

L’economia circolare costituisce anche un pilastro economico per l’Italia, contribuendo al 2,5% del PIL, un valore superiore alla media europea. Questo primato si riflette anche nell’occupazione: il comparto impiega circa 613 mila lavoratori a tempo indeterminato, pari al 2,4% del totale degli occupati stabili in Italia.

Tuttavia, dal 2020, l’Italia sta registrando una contrazione nell’utilizzo circolare delle materie. Per consolidare il ruolo chiave di questo ambito e concretizzare i principi dell’economia circolare, è indispensabile adottare un programma di riforme che coinvolga attivamente le Istituzioni italiane ed europee insieme agli operatori del settore.

Economia circolare in frenata

Prima della pandemia, l’Italia aveva registrato un costante incremento nell’utilizzo di materiali riciclati nelle industrie. Tuttavia, a partire dal 2020, si è assistito a un’inversione di tendenza, con un aumento dei consumi e una conseguente diminuzione del riciclo. Per rilanciare un percorso più sostenibile, è fondamentale investire maggiormente nell’economia circolare. Attualmente, l’Italia destina una quota di PIL inferiore alla media europea e ad altri Paesi industrializzati a questo scopo. È necessario un impegno più deciso per incrementare l’utilizzo di materie prime seconde, soprattutto nei settori dell’organico, dei metalli e del vetro.

Paolo Barberi, Presidente della Sezione Unicircular di Assoambiente, afferma:

“È oggi necessaria una strategia industriale che consideri la circolarità come un pilastro essenziale per la competitività e la sostenibilità del Paese. In particolare, vanno rimosse le barriere regolatorie che rappresentano il vero freno alla decarbonizzazione del nostro sistema produttivo.”

Per affrontare le sfide future, l’industria del riciclo italiana necessita di azioni concrete. Assoambiente propone un’Agenda 2030 che prevede:

  • l’eliminazione degli ostacoli normativi al commercio dei prodotti riciclati;
  • incentivi economici per le attività di riciclo;
  • una revisione del sistema fiscale per favorire l’utilizzo di materie prime seconde;
  • il miglioramento della raccolta differenziata e il recupero energetico;
  • un allineamento della normativa nazionale con quella europea.

La versione integrale del Report è scaricabile al link L’Italia che ricicla 2024