Metalli e rinnovabili: un collo di bottiglia preoccupante

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Metalli e rinnovabili: un collo di bottiglia preoccupante

I progetti legati all’energia rinnovabile, stanno attraversando un collo di bottiglia che li rallenta: i metalli, con carenze e prezzi che crescono.

Metalli e Green Economy: il prezzo della ripresa

La scarsità di materie prime o i loro prezzi in netta crescita, rappresentano due degli effetti della ripresa post pandemica. E la questione riguarda anche i metalli, che The Economist ha definito “colli di bottiglia” che rallentano l’energia verde.

Un situazione che potrebbe non risolversi nel breve periodo e che potrebbe ripetersi a più riprese, in concomitanza con una forte richiesta di investimenti sulla sostenibilità e dunque sull’energia rinnovabile.

The Economist afferma:

“Abbiamo calcolato che il prezzo di un paniere di cinque minerali usati nelle auto elettriche e nelle reti elettriche è salito del 139% nell’ultimo anno. A febbraio, un’asta britannica di diritti sui fondali marini per i parchi eolici offshore ha fruttato fino a 12 miliardi di dollari, perché le aziende energetiche si sono affrettate a ottenere l’esposizione a qualsiasi costo. Le carenze si estendono alla finanza: mentre una massa di denaro insegue poche aziende di energia rinnovabile, le valutazioni sono state allungate in un territorio di bolle. Anche se il peso dell’industria delle energie rinnovabili negli indici dei prezzi al consumo è ancora piccolo, alcuni finanzieri temono che le carenze di fornitura nel corso degli anni potrebbero alla fine alimentare una maggiore inflazione.”

Metalli, rinnovabili e un difficile equilibrio

Insomma il mondo dopo la pandemia è cambiato, i fermi produttivi prima e le accelerazioni soprattutto in ottica green poi, hanno causato una serie di squilibri che rischiamo di subire a lungo.

The Economist quantifica la necessità di crescita:

“Le cifre per il prossimo decennio sono concentratissime. Per rimanere sulla strada dello zero netto, entro il 2030 la produzione annuale di veicoli elettrici deve essere dieci volte superiore a quella dell’anno scorso e il numero di stazioni di ricarica su strada 31 volte più grande. La base esistente di produttori di energia rinnovabile deve aumentare di tre volte. Le imprese minerarie globali potrebbero dover aumentare la produzione annuale di minerali critici del 500%. Forse il 2% del territorio americano dovrà essere ricoperto di turbine e pannelli solari.”

In questo quadro le scelte di politica economica e regolatoria dei governi mondiali, ma soprattutto coordinata, diventa secondo The Economist fondamentale per superare il collo di bottiglia e raggiungere gli obiettivi 2030 in tema di rinnovabili.

Il nostro approfondimento Il prezzo del rame: una corsa tra rinnovabili, auto e reti

Qui l’intero articolo di The Economist How green bottlenecks threaten the clean energy business