21 Lug Passaporto digitale materie prime critiche: la proposta UE
Un passaporto digitale per le materie prime critiche, sarebbe una delle ipotesi al vaglio dell’Unione europea per risolvere il problema della dipendenza dai paesi esteri.
Passaporto digitale materie prime critiche: ipotesi anti-dipendenza
Quello delle materie prime critiche è un tema cruciale a livello mondiale ed in particolare per l’Europa, le cui industrie risultano essere fortemente dipendenti dalle forniture extra UE.
Per accrescere la diffusione dell’Economia circolare nelle attività produttive UE, l’Unione sta valutando l’idea di introdurre un passaporto digitale dei prodotti per il riutilizzo e il riciclo di materie prime critiche.
Un documento che permetterebbe di registrare informazioni di dettaglio su:
- materiali utilizzati;
- stato del ciclo di vita del prodotto;
- estrazione delle risorse.
Le informazioni dovrebbero essere disponibili sia offline che online tramite un portale dedicato.
In questo modo tutti i prodotti possono essere identificati e corredati dal tracciamento completo delle materie prime utilizzate.
Tuttavia l’adozione del passaporto è strettamente correlato alla diffusione del riciclo e riutilizzo dei RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), un’operazione che diviene sempre più difficile al complicarsi delle apparecchiature. Un’attività che rende necessaria una gestione corretta di questa tipologia di rifiuto, anche per non diffondere nell’ambiente materiali nocivi.
Marco Merlo Campioni, CEO di save Nrg, commenta:
“L’adozione di un passaporto digitale per i prodotti rappresenterebbe un’opportunità significativa per promuovere lo sviluppo dell’economia circolare in Europa e sensibilizzare le persone sui temi della sostenibilità. Tuttavia, prima di realizzare questa proposta, è necessario raccogliere dati e suggerimenti dai diversi settori produttivi per sviluppare un sistema normativo adattabile alle attuali condizioni di mercato, mantenendo l’obiettivo di raggiungere emissioni zero entro il 2050.”
Perché è importante lavorare sulle forniture di materie prime critiche?
Questa proposta è importante e va nella direzione di tutelare le produzioni europee, che patiscono forti dipendenze energetica ed estrattiva.
I dati parlano chiaro: si stima che entro il 2030 l’Europa avrà bisogno di 18 volte più litio e 5 volte più cobalto rispetto ai livelli attuali, per soddisfare la crescente domanda di batterie per veicoli elettrici e sistemi di stoccaggio dell’energia. Un fabbisogno destinato a crescere ulteriormente entro il 2050, raggiungendo una domanda di litio moltiplicata per 60 e di cobalto cresciuta di 15 volte rispetto ai livelli attuali.
Ecco perché l’impegno UE su diversi fronti, quali Economia circolare, ricerca e sviluppo e innovazioni di processo e prodotto, diventa cruciale.
Ricordiamo infatti che al momento siamo davanti ad una forte concentrazione di risorse minerarie in pochi Paesi, questione che crea dipendenza nonché forte instabilità della catena di approvvigionamento. La Cina, ad esempio, fornisce circa il 98% delle terre rare all’Unione Europea, mentre altri Paesi forniscono una quota significativa di altre materie prime critiche come il platino, il litio e l’afnio.