04 Lug Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti e Strategia Nazionale sull’Economia Circolare
Con la firma del ministro Roberto Cingolani sono stati approvati i decreti che introducono il Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti e la Strategia Nazionale per l’Economia Circolare.
Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti e la Strategia Nazionale per l’Economia Circolare: firmati i due decreti
Entro la scadenza del 30 giugno 2022, il Ministero della Transizione Ecologica ha dato il via libera alle due riforme previste dal PNRR, con le finalità di:
- guidare e sostenere il percorso dell’Italia verso un modello economico sempre più circolare;
- colmare il gap tra le Regioni del Nord e quelle del Centro-Sud.
Per il settore rifiuti e l’economia circolare il PNRR stanzia 2,1 miliardi di euro, da destinare a progetti da selezionare entro il 30 settembre 2022 tra le oltre 4mila domande fatte pervenire da comuni e imprese.
Per la selezione verranno utilizzate le linee guida definite dal Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti, che stabilisce i criteri in base ai quali le singole Regioni dovranno stabilire quali e quanti impianti realizzare per garantire il corretto trattamento dei flussi di rifiuti critici, quali amianto, rifiuti tessili ed elettrici. Senza dimenticare rifiuti indifferenziati e rifiuti organici da raccolta differenziata, componenti che mostrano maggiori problematiche e un notevole gap rea Nord e Sud.
Piani regionali di gestione dei rifiuti
Gli obbiettivi europei di circolarità, da raggiungere entro il 2035, sono due più uno:
- 65% di riciclo;
- 10% massimo di smaltimento in discarica dei rifiuti urbani;
- taglio del fenomeno del “turismo dei rifiuti”.
Per raggiungere questi risultati le Regioni dovranno scegliere in autonomia il mix tecnologico del quale dotarsi sia in termini di recupero di materia che di energia. Il tutto nel rispetto dei principi di:
- autosufficienza;
- prossimità della gestione.
Prevista inoltre la possibilità di stabilire accordi di macroarea con altre Regioni. Su quest’ultimo tema è stata introdotta una novità importante circa l’estensione della possibilità di stabilire intese tra Regioni anche per la gestione dei rifiuti organici da raccolta differenziata.
Per i rifiuti urbani residui e gli scarti della selezione della raccolta differenziata resta invece la possibilità di raggiungere l’autosufficienza a livello di macroarea solo nel caso di avvio a recupero energetico.
I piani regionali dovranno inoltre fornire informazioni relative alle strategie per aumentare la raccolta e il recupero dei rifiuti tessili, ma anche dei rifiuti elettrici ed elettronici e dei veicoli a fine vita, su cui peraltro l’Italia è in ritardo rispetto agli obbiettivi vincolanti fissati dall’Unione Europea.
Strategia Nazionale per l’Economia Circolare
Il documento individua:
“le azioni, gli obiettivi e le misure che si intendono perseguire nella definizione delle politiche istituzionali volte ad assicurare un’effettiva transizione verso un’economia di tipo circolare.”
Diversi i campi d’intervento, tra cui:
- Fiscalità ambientale, con l’introduzione di nuove tasse e restrizioni sullo smaltimento in discarica e sull’incenerimento senza recupero energetico, l’eliminazione delle sovvenzioni in contrasto con la gerarchia europea sulla gestione dei rifiuti ma anche l’adozione dei certificati del riciclo e di altre misure fiscali per la promozione di prodotti e materiali che sono preparati per il riutilizzo o riciclati.
- Strategia sulla plastica, con lo sviluppo di nuovi sistemi di responsabilità estesa del produttore e di un apposito organismo di vigilanza, un rafforzamento dello strumento dei Criteri Ambientali Minimi e della regolamentazione dell’end of waste e l’accelerazione dei processi di digitalizzazione, con l’entrata in funzione del nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti.
Per il monitoraggio dell’attuazione della Strategia, il MiTE istituirà un apposito osservatorio presieduto e coordinato dal Ministero, con il supporto di ISPRA ed ENEA e composto da rappresentanti del Ministero dello sviluppo economico, Ministero delle Finanze, Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Ministero dell’istruzione, Ministero della Salute, Regioni e Province Autonome, ANCI.