Rapporto GreenItaly: le imprese green e la crisi

Rapporto GreenItaly

Rapporto GreenItaly: le imprese green e la crisi

L’undicesima edizione del Rapporto Greenitaly si concentra sulla crisi da pandemia globale, e ne emerge un segnale forte: le imprese green affrontano meglio la crisi.

Rapporto GreenItaly 2020

Il 29 ottobre 2020 è stato presentato l’undicesimo Rapporto GreenItaly, della Fondazione Symbola e
di Unioncamere, promosso in collaborazione con Conai, Ecopneus e Novamont, con la partnership di Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne srl ed Ecocerved, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Il Rapporto misura e pesa la forza della green economy nazionale.

Prima della pandemia globale ancora in corso e delle conseguente crisi, la situazione era la seguente:

“Sono oltre 432 mila le imprese italiane dell’industria e dei servizi con dipendenti che hanno investito negli ultimi 5 anni (2015-2019) in prodotti e tecnologie green. In pratica quasi una su tre: il 31,2% dell’intera imprenditoria extra-agricola. Valore in crescita rispetto al quinquennio precedente, quando erano state 345 mila (il 24% del totale). Nel manifatturiero sono più di una su tre (35,8%). Il 2019 ha fatto registrare un picco con quasi 300 mila aziende hanno investito sulla sostenibilità e l’efficienza (il dato più alto registrato da quando Symbola e Unioncamere hanno iniziato a misurare gli investimenti per la sostenibilità). In questi investimenti fanno la parte del leone l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili insieme al taglio dei consumi di acqua e rifiuti, seguono la riduzione delle sostanze inquinanti e l’aumento dell’utilizzo delle materie seconde.”

Quale futuro per le imprese green dopo la pandemia?

Il Rapporto lascia ben sperare per le imprese Green e la loro ripresa dopo la crisi. Un’indagine Symbola e Uninoncamere certifica che a ottobre 2020:

“chi è green è più resiliente. Tra le imprese che hanno effettuato investimenti per la sostenibilità il 16% è riuscito ad aumentare il proprio fatturato, contro il 9% delle imprese non green.
Ciò non significa che la crisi non si sia fatta sentire, ma comunque in misura più contenuta: la quota di imprese manifatturiere il cui fatturato è sceso nel 2020 di oltre il 15% è dell’8,2%, mentre è stata quasi il doppio (14,5%) tra le imprese non eco-investitrici. Il vantaggio competitivo delle imprese eco-investitrici si conferma in un periodo così complesso anche in termini occupazionali (assume il 9% delle green contro 7% delle altre) e di export (aumenta per il 16% contro il 12%). Questo anche perché le aziende eco-investitrici innovano di più (73% contro 46%), investono maggiormente in R&S (33% contro 12%) e utilizzano o hanno in programma di utilizzare in misura maggiore tecnologie 4.0. Nonostante l’incertezza del quadro futuro, le imprese dimostrano di credere nella sostenibilità ambientale: quasi un quarto del totale (24%) conferma ecoinvestimenti per il periodo 2021-2023.”

Green e digitale sono le due armi di difesa dalla crisi per le imprese del Paese, considerando anche che il 37% del Recovery Fund sarà dedicato al Green Deal, dunque giungeranno fondi per progetti dedicati alla sostenibilità.

Documenti di approfondimento: GreenItaly 2020

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