Rottami ferrosi: rifiuti oppure no?

rottami ferrosi: regolamento 333

Rottami ferrosi: rifiuti oppure no?

Rispondiamo subito. I rottami ferrosi non sono considerati rifiuti a determinate condizioni stabiliti dalla legge. Vediamo queste condizioni e i riferimenti normativi.

Rottami ferrosi: da rifiuti a EoW (End of Waste)

La normativa europea promuove l’avvio dei rottami ferrosi al riciclo fissando le condizioni in base alle quali gli stessi cessano di essere considerati rifiuti e rientrano nel ciclo produttivo.

Il riferimento normativo è il Regolamento (CE) 333/2011 che stabilisce la classificazione dei rottami di metallo come End of Waste (cioè cessazione della qualifica di rifiuto) se si rispettano le seguenti condizioni:

  • devono essere rottami puliti e sicuri;
  • nella produzione deve essere applicato un sistema di gestione della qualità;
  • i trattamenti, dalla frantumazione al lavaggio passando per il taglio, devono essere completi e preparare il materiale al riutilizzo presso acciaierie, fonderie o impianti di lavorazione dell’alluminio;
  • occorre prevedere una dichiarazione di conformità per ciascuna partita di rottami.

 

Come vanno trattati i rottami ferrosi?

Da quanto detto emerge con chiarezza che per cessare di essere qualificati come rifiuti, i rottami ferrosi devono subire specifici trattamenti che vanno opportunamente documentati seguendo procedure definite per legge.

Insomma, tutto è previsto nel dettaglio per ridare nuova vita a una serie di materiali completamente riciclabili e che quindi possono rientrare nel ciclo produttivo in un’ottica di economia circolare.

Nel nostro Paese, le regole sulla cessazione di qualifica di rifiuto è regolata dall’art. 184-ter del D.Lgs. 152/2006.

Il rifiuto cessa di essere tale se sottoposto ad operazioni di recupero, ma deve anche rispettare quattro condizioni fondamentali:

  • la sostanza o l’oggetto è comunemente utilizzato per scopi specifici;
  • esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto;
  • la sostanza o l’oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti;
  • l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto non porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o sulla salute umana.

Il mancato rispetto delle norme comunitarie e nazionali può comportare gravi conseguenze fino alla condanna per la gestione non autorizzata di rifiuti non pericolosi.

È il nostro lavoro. E lo facciamo con passione, trasparenza e nel rispetto delle regole.

Ecco il nostro Attestato per l’applicazione del Regolamento 333